Musica e Cultura Redazione 30 Luglio 2020 (0) (767)

Nel Quartiere Coppedè, alla ricerca del Santo Graal

di Daniele Fagnani

Domenica 2 Agosto, nel quartiere Trieste di Roma, l’Associazione Culturale Calipso organizzerà una visita
guidata all’interno di un complesso di edifici molto particolare, pervaso da un’atmosfera misteriosa ed
esoterica che lo fa sembrare sospeso nel tempo. Quasi dimora di fate e streghe.
Si tratta dell’opera dell’architetto Gino Coppedé che, nel bel mezzo dell’era razionalista, progettò un
complesso destinato all’edilizia privata, slegandosi dallo stile più in voga all’epoca. Si ispirò pertanto allo
stile liberty, al neogotico, all’art decò, mescolando il tutto per addivenire ad un’opera del tutto atipica e
originale. E’ considerato una delle tappe esoteriche di Roma, a causa dell’atmosfera che si respira ad ogni angolo. Infatti per la sua particolare architettura il Quartiere Coppedè fu scelto dal regista Dario Argento per alcune scene dei suoi film Inferno e L’uccello dalle Piume di Cristallo e dal regista Richard Donner per il film Il
Presagio. Inoltre bisogna ricordare anche alcune scene ne Il profumo della signora in nero di Francesco
Barilli e Il cielo in una stanza di Carlo Vanzina. Protagonista del quartiere è il Simbolo, l’interpretazione però non è univoca e può trarre in inganno ed è forse questa la vera intenzione del maestro. Varcato l’ingresso, che si trova in Via Tagliamento, si entra in un luogo enigmatico , avvolto in un’aurea di sacralità che sovrasta lo spettatore. L’arco di ingresso mostra una decorazione medievaleggiante con un’iscrizione che recita “ESSEN DEN SEMPRE LI TUOI RAGGI DUCI”, un verso del tredicesimo canto del Purgatorio nel quale Virgilio si rivolge al Sole. La parte centrale “Sempre li tuoi” è in realtà un anagramma di “Simulo Pietre”, un messaggio dello
stesso quartiere che sembra suggerire “Sembro solo pietre, ma in realtà sono molto di più!”. Addentrandosi
in un’atmosfera rarefatta ai limiti del sogno, ci si imbatte nella “Fontana delle Rane”, ispirata alla “Fontana
delle Tartarughe” di Giacomo della Porta che si trova in Piazza Mattei. Sulla piazzetta che circonda la
fontana incombono due grandi edifici, il Palazzo del Ragno e il Palazzo Senza Nome, caratterizzati da una
vivida e inquietante architettura. Proseguendo si raggiunge il “Villino delle Fate”, una sorta di casa
incantata caratterizzata da boschi, personaggi e tetti spioventi. Da ammirare poi i “Palazzi degli
Ambasciatori” nella cui torretta c’è una decorazione del Santo Graal che dà il nome alla visita.
Si tratta di una passeggiata alla scoperta di uno dei luoghi più suggestivi e sconosciuti di Roma. Un luogo
unico al modo che porta con sé un messaggio ancora da scoprire.

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