VELLETRI – ‘I colleghi’ di Pasquale Larotonda, il 27 aprile alle 17.00 presso la Casa delle Culture
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Comunicato stampa
Giovedì 27 aprile 2023 la biblioteca comunale di Velletri “Augusto Tersenghi” in collaborazione con la Società Cooperativa Biblionova presenterà il libro di Pasquale Larotonda “I colleghi” ( StreetLib, 2021).
La presentazione, che vedrà la partecipazione dell’autore, si terrà a partire dalle ore 17.00, con ingresso libero, presso la “Sala degli affreschi” della “Casa delle culture e della musica” (Piazza Trento e Trieste, Velletri). Si ringraziano FONDARC ed il Consorzio SCR per il contributo alla realizzazione dell’iniziativa.
L’evento è inserito nel programma de “Il Maggio dei libri” edizione 2023, campagna nazionale organizzata dal 2011 dal Centro per il libro e la lettura. Il romanzo “I colleghi” di Pasquale Larotonda racconta circa 20 anni delle vicende di tre personaggi, Andrea, Serena e Guido, i cui destini si intrecciano.
Il volume è scritto rispecchiando i tre punti di vista diversi dei protagonisti, ciascuno dei quali riporta direttamente, a capitoli alterni, i fatti e le impressioni dalla propria visuale.
I tre personaggi principali, soprattutto per motivi lavorativi, ma non solo, attraversano circa 20 anni della storia italiana puntando l’attenzione sulle dinamiche imprenditoriali, su come si siano modificate e su come tali dinamiche siano state sistematicamente distorte, con truffe, spesso ai danni dello Stato o dei risparmiatori, più o meno ingegnose, più o meno scoperte.
In realtà nel romanzo i truffatori sono dei perdenti, degli sconfitti, smodatamente avidi e ambiziosi, ma anche umani: bruciano in pochi istanti la loro scintilla di ricchezza, furbizia e vanagloria, fanno i loro danni e poi vengono scoperti, pagandone le conseguenze. Si tratta in fin dei conti di alcuni dei tanti “pesci piccoli” che abbiamo incontrato nella tradizione cinematografica della “commedia italiana”.
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Andrea ha lo spirito più attento e sensibile alla parte sociale ed economica del mondo in cui vive, ha un punto di vista ironico e aperto. Serena e Guido sono molto più interessati agli aspetti artistici dell’esistenza e sono alla ricerca, ognuno a modo proprio, di una una “libertà”, bella e controversa, che però presenta sempre un conto da pagare. Il libro è attraversato dalle passioni e dalle pulsioni erotiche dei personaggi, che spesso influenzano e determinano, per aspetti importanti, le vite dei personaggi stessi.
Ne emerge un quadro critico della morale del nostro Paese e di alcuni meccansimi della sua economia, anche se
all’interno di tale orizzonte realisticamente pessimistico, legati a volte in modo poco districabile ai lati negativi, scopriamo i suoi punti di forza: le perle di eccellenza della nostra produzione industriale (per esempio di quella alimentare, della tecnologica e delle suppellettili dell’abbigliamento) che testimoniano le enormi potenzialità e della ricchezza della nostra cultura e della nostra storia.
Le vicende, anche geograficamente, portano i protagonisti verso il Sud, partendo da Roma. Nel libro però si racconta anche la storia di diversi imprenditori del Nord che approfittano con cinismo della legislazione statale a favore delle aziende meridionali, con truffe e sotterfugi volte al brutale arricchimento personale e non alla creazione di posti di lavoro e di ricchezza delle zone interessate.
Il Sud, Napoli, le isole campane, diventano i luoghi ideali dove tutto può compiersi e dove si sceglie di vivere: amori e passioni, una visione epicurea dell’esistenza, i caratteri socievoli del popolo, i piaceri della tavola, dell’arte e del paesaggio, ma anche la presenza sullo sfondo di povertà e disagio sociale e il comparire nella storia di crimini, di inganni e di forti contraddizioni.
L’autore ha il pregio di toccare tanti temi, anche difficili, riuscendo a mantenere la chiarezza narrativa, la leggerezza, la fluidità e una parte a volte umoristica ed ironica. Non si astiene da far emergere la sua critica sociale e politica a quanto viene descritto, ma non con un atteggiamento moralistico o di condanna senza appello: ogni attore in scena mantiene, fino alla fine, grazie anche all’esercizio del dubbio, una sua dignità umana ed una possibilità, magari in extremis, di riscatto.